Gli editori si “arrabbiano” perche’ ci sono gli snipett e i link ai loro articoli, e altri ci fanno i soldi senza che loro ci guadagnino qualcosa.
Invece di lamentarsi, potrebbero semplicemente mettere tutti i loro contenuti dietro un paywall (come ho detto interagendo con la parlamentare europea Silvia Costa in un’intervista a Radio RAI) e nessuno si approprierebbe piu’ di questi contenuti di altissima qualità.
Perchè non lo fanno? Potrebbero facilmente tutelare le loro opere dell’ingegno impedendo l’accesso indiscriminato. D’altra parte, quando si va in libreria o al cinema prima si paga e poi si “consuma”.
Funziona cosi’ per i prodotti di qualità, non è vero?
Ah, dimenticavo, ho appena disdetto l’abbonamento ai servizi a pagamento di Repubblica.it. Non è che i contenuti siano tanto migliori di quelli che si trovano liberamente in giro, e dunque non vale la pena spendere dei soldi per un prodotto del genere.
Possibly Related Posts:
- ChatGPT non è onnisciente, ma OpenAI è vittima del proprio marketing
- Cosa significa il bando cinese di Whatsapp, Telegram e Signal dall’App Store di Apple
- Lo Human Genome Meeting di Roma riporta in primo piano la necessità di liberare l’uso dei dati
- Il duello tra Usa e Cina sui processori va oltre l’autonomia tecnologica
- Quali conseguenze potrebbe avere il possibile bando di TikTok negli Usa